L’artrite reumatoide è, tra le malattie reumatiche di origine infiammatoria, la più diffusa.
L’incidenza è da 2 a 4 casi su 100.000 abitanti ogni anno.
Il sesso femminile è quello più colpito e l’età è variabile dai 35 ai 50 anni.
Gran
parte dei segni clinici della patologia hanno come possibile localizzazione il piede.
L’artrite reumatoide è una patologia che interessa prevalentemente gli arti in modo simmetrico.
In circa due terzi dei pazienti l’esordio è insidioso, con senso di affaticamento, debolezza
e vaghi sintomi muscoloscheletrici fino a quando non si rende evidente la comparsa di sinovite. I sintomi specifici
compaiono, in genere, gradualmente: numerose articolazioni, specialmente quelle dei piedi, mani e ginocchia

vengono
colpite in modo simmetrico.
La rigidità mattutina di durata superiore a un’ora è una caratteristica pressoché costante
dell’artrite. I meccanismi del danno articolare sono due: uno è un danno diretto provocato dal processo
infiammatorio, e l’altro è un danno indiretto di tipo meccanico.

Le deformità caratteristiche che possono svilupparsi al livello dei piedi sono l’anomala inclinazione
del retropiede, sublussazione plantare delle teste metatarsali, allargamento dell’avanpiede, alluce valgo,
deformità delle dita minori.
Più specificamente il coinvolgimento dell’avanpiede si manifesta inizialmente
con una metatarsalgia, poi con una vera e propria artrite delle metatarso-falangee. Con il tempo il peso del corpo,
anzichè essere sostenuto da tutte le teste metatarsali è sostenuto prevalentemente dalla seconda, terza e
quarta ed in corrispondenza di quest’ultime è possibile notare la presenza di una spessa e dolorosa ipercheratosi
plantare. La clinica peggiora ulteriormente quando subentra una riduzione marcata del cuscinetto fibroadiposo adibito
alla protezione delle articolazioni metatarso-falangee.
La funzionde del
podologo risponde, in questo contesto, all’esigenza del paziente di poter deambulare
nel miglior modo possibile e con il minor dispendio di energie. Il dolore, le ipercheratosi esistenti uniti alla volontà
di prevenire eventi complicati, spingono il soggetto reumatico a richiedere l’intervento del
podologo.

Il
podologo dopo una corretta valutazione del piede del paziente, tramite una visita accurata, una volutazione in statica
e in dinamica dell’appoggio del piede, potrà indicare una terapia adeguata, come il trattamento podologico,
l’utilizzo di terapia ortesica plantare, terapia ortesica al silicone, la prescrizione di calzature adeguate, ecc...
Il
podologo collabora con il medico di medicina generale, il reumatologo, l’ortopedico e con gli altri specialisti che
si prendono cura del paziente.